06/11/11

A vent'anni non capivo come ci si sente a ventisei. A venticinque anni non capivo come ci si sente a trenta..proprio non ci riuscivo. Adesso, a ventinove posso capire come ci si sente a trent'anni, ma non riesco a capire come ci si sente a trentacinque. C'è sempre uno scarto di cinque-sei anni. Arrivo sempre in ritardo. Trascorrere il tempo con chi ha ventinove-trent'anni è l'unica cosa che mi riesce facile. Tutto il resto sembra come quando ti raccontano le cose che non hai visto, e tu provi ad immaginartele.
A vent'anni sognavo, a venticinque sognavo ancora, ma di meno. A ventinove? Un po' stanca. praticamente costretta a dimenticarmi di sognare ogni volta che mi accorgo di farlo. Poi però lo faccio lo stesso.. in un angolino della stanza, di nascosto.. quando è tutto buio. Penso che nessuno se ne accorge...invece non funziona..mi scoprono subito. Va bene mi sveglio. ancora cinque minuti...posso svegliarmi domani? posso svegliarmi tra una settimana? Posso non svegliarmi e basta?
Arrivo in orario in ufficio, consegno in tempo i progetti, cucino tutti i giorni, pago l'affitto regolarmente, pulisco la casa regolarmente, lavo la tazza della colazione ogni mattina, vado a yoga. Cosa devo fare di più? Tutto il resto non ce la faccio a regolarlo. Penso sempre che tutto il resto deve andare da sè. cosi come lo pensavo a venti o a venticinque. Forse, considerando che il resto non va da sè come io mi immagino che debba andare, questo è un pensiero sbagliato. Allora ci provo, va bene, mi sveglio, regolo, misuro e controllo. Ma tanto è così evidente che non sono capace. Fail Fail Fail Fail Fail Fail. Fail, come a quindici, come a venti, come a venticinque, come a ventinove.

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