12/12/11

11/12/11

"Tu non hai problemi, te li crei"

10/12/11

Ultima addio ai giochi da femmina.
tenuti: barbie, sala da pranzo delle barbie, bagno delle barbie, salone di bellezza delle barbie, piscina delle barbie, vestiti delle barbie, cubi della pantera rosa, tombola della città, puzzle della giostra, domino degli animali, lavagnetta magnetica.
cinquanta centimetri cubi chiusi in una busta che andranno di sotto a farsi rosicchiare dai topi, anche se spero di no.

05/12/11

Era la sera del mio compleanno. ero appena tornata dalla germania. abbiamo passato la giornata in bicicletta in giro per la città. in una città che per me era ancora sconosciuta. io vi seguivo ciecamente, mentre continuavo ad evitare una presenza inquietante sperando di cambiare quartiere più in fretta possibile, in silenzio, senza dirvi niente. siamo andati a vedere "le conseguenze dell'amore" a me era piaciuto, tu hai detto che ti eri stancato di considerare un film bello solo perché non è brutto. quelle frasi a cui io non ho mai saputo risponderti. poi siamo andati a vedere "lo specchio". e il maglione nero che avevi lasciato al cinema la settimana prima l'avevano trovato e messo da parte. Siamo tornati a casa. ho cucinato degli spaghetti al pomodoro. tu hai detto "violé, ti ho visto cucinare due volte, l'altra volta hai fatto le crepes, e tutte e due le volte ti è riuscito bene." e avevi il sorriso sulle labbra, "Grazie" bello, detto da te ancora più bello. Poi m hai chiesto dove volevo dormire. sul soppalco si fanno i sogni, ho fatto un incubo. Io ho una vita abbastanza felice. Io no. ho dormito sul soppalco. la mattina dopo cose orribili me ne sono andata senza rivederti o salutarti. Adesso abito a pesaro. ti ricordi che la prima volta che sono venuta a pesaro è stato quando siamo andati a vedere il voyage a teatro? non avevo neanche diciott'anni. me ne ero andata da casa tua all'alba, era buio. non avevo nessuna idea di come fosse fatta la città. e ho perso il pullman. ancora oggi non so dove abitavi all'epoca, giro per la città e me lo chiedo spesso.
WHISHLIST:
meno precarietà di lavoro, di sentimenti, di case.

NO, correggo: non si desiderano cose impossibili.

WHISHLIST:
calma, bendisposizione d'animo e accettazione della precarietà.

Meglio, molto più facile.

04/12/11

"Come stai?" "Bene" "Stai lavorando" "Vado tutti i giorni in ufficio" "Allora cambio domanda, stai facendo lavori tuoi?" "No...però questa settimana è stata una settimana strana, un amico mi ha chiesto dei disegni e ho ricevuto una telefonata importante" "Allora non si dice settimana strana, si dice settimana bella" "Beh, io adesso devo andare" "Non resti alla festa?" "No, ho da fare" "Ciao" "Ciao".......se vivere a pesaro significa incontrarti per caso ogni cinque mesi, allora ci resto tutta la vita.


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Era un giorno in cui ero piccola, piccolissima, undici anni fa. avevo dei riccioli biondi. ero in macchina con un mio amico che per fortuna non ho più incontrato. mi ha chiesto: "come ti piacerebbe morire?". io ero così piccola che non avevo mai pensato alla morte. lui mi ha detto che gli sarebbe piaciuto morire in velocità. adesso lo penso anche io.


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Era la sera del mio compleanno. ero appena tornata dalla germania. abbiamo passato la giornata in bicicletta in giro per la città. in una città che per me era ancora sconosciuta. io vi seguivo ciecamente, mentre continuavo ad evitare una presenza inquietante sperando di cambiare quartiere più in fretta possibile, in silenzio, senza dirvi niente. siamo andati a vedere "le conseguenze dell'amore" a me era piaciuto, tu hai detto che ti eri stancato di considerare un film bello solo perché non è brutto. quelle frasi a cui io non ho mai saputo risponderti. poi siamo andati a vedere "lo specchio". e il maglione nero che avevi lasciato al cinema la settimana prima l'avevano trovato e messo da parte. Siamo tornati a casa. ho cucinato degli spaghetti al pomodoro. tu hai detto "violé, ti ho visto cucinare due volte, l'altra volta hai fatto le crepes, e tutte e due le volte ti è riuscito bene." e avevi il sorriso sulle labbra, "Grazie" bello, detto da te ancora più bello. Poi mi hai chiesto dove volevo dormire. "sul soppalco si fanno i sogni, ho fatto un incubo". "Io ho una vita abbastanza felice". "Io no". ho dormito sul soppalco. la mattina seguente, dopo cose orribili, me ne sono andata senza rivederti o salutarti. Se l'avessi saputo prima che non ti avrei mai più rivisto, non sarebbe cambiato niente, avremmo continuato lo stesso a non risponderci alle lettere, ad insultarci, a non avere nessuna parola di conforto l'uno per l'altra, e a ritrovarci a passare una giornata insieme di tanto in tanto. Adesso abito a pesaro. ti ricordi che la prima volta che sono venuta a pesaro è stato quando siamo andati a vedere il voyage a teatro? non avevo neanche diciott'anni. me ne ero andata da casa tua all'alba, era buio. non avevo nessuna idea di come fosse fatta la città. e ho perso il pullman. ancora oggi non so dove abitavi all'epoca, giro per la città e me lo chiedo spesso.