10/01/08

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A me, al mio desiderio di darmi una mano, in questo inverno senza nome, catartico e solitario.
Al desiderio di rimanere incollati al pavimento, alle ripetute e vane decisioni di smettere di rincorrere sempre le stesse cose, sempre quelle che mi sfuggono di mano.
Alle continue promesse che mi faccio, di parlare di meno, di nutrirmi di più, di guardarmi allo specchio.
Ai vestiti che aspettano nell'armadio da quando sono nata, che non indosserò mai.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

a tutti coloro che senza nemmeno saperlo ci sono già lontani un miglio...

Anonimo ha detto...

Quanta autocommiserazione in questo blog, sarebbe ora di tirar fuori le palle anzichè pubblicare all'intero mondo delle piccole angosce adolescenziali da superare vista l'età. Tanti problemi zero soluzioni.
Se un problema ha una soluzione, non è un problema. Se un problema non ha soluzione,
non è un problema.
E tutti a dare pacche sulle spalle, a dire:
si povera ragazza, stai male, stai male che così noi stiamo bene.
Chi sta male, non sta troppo a dirlo in giro.
C'è un problema di ego e di infinità superiorità e falsa modestia e troppo amor proprio.
Come dire: non ho un identità, sappiatelo, l'unica identità che mi sento di comunicare è la sfiga.
Ovviamente questo commento l'autore non lo pubblicherà, per non scalfire la propria immagine.
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Uno che ti conosce bene.