20/07/11


proprio nel giorno in cui volevo disegnare, un vero dispiacere. solo che disegnare non è mai una cosa vera che puoi spiegare, anzi è troppo finta per essere un diritto. si forse alle amiche lo puoi dire, stasera devo disegnare, per favore non venire. ma non proprio tutte le amiche lo capiscono. forse anche agli amici. ma no, non puoi dirlo alla famiglia. ti prendono per matta, loro pensano che tutte quelle cose forse le fai al lavoro (?) forse pensano che quando sei in ufficio fai i tuoi disegni. non lo so che pensano, però di sicuro non ci pensano. che fai, dici no, stasera devo disegnare?loro mi rispondono noi veniamo e ti lasciamo disegnare. no, non funziona così! io non ci riesco, ci sono giorni in cui si possono fare le cose, persi quei momenti possono passare altri giorni vuoti. e ti resta il dispiacere. la stanchezza di un giorno scombinato. in cui proprio non volevi altre sensazioni tra i piedi se non le tue, ed ora puoi solo guardarle fuggire. non torneranno più uguali, non le stesse, e non puoi neanche non dormire la notte. e il giorno dopo ci sono le email le correzioni il telefono, altre cose importanti da fare. e all'improvviso vuoti di memoria.

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